Un numero eliminato

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Quel pavimento di legno in ogni stanza, che a dirla così sembra un lusso e per quelli stupidi lo è stato davvero. Ma come si fa a non accorgersi di una cosa così banale? Delle tavole di legno inchiodate a terra, di quel legno levigato dai nostri stessi passi, con onde ovunque che mentre ci cammini sembra un po’ quella giostra su cui salivo da piccola. Con tutte le venature e i nodi in evidenza; solo sull’asse di fronte al mio sesto di letto sono cinquantasette. Quando non riesco a dormire le conto. E’ noioso ma da settimane sogno di potermi annoiare così. Soprattutto in quelle notti in cui qualcuna sparisce per andare a trovare il figlio, o qualcun’altra non ha superato la giornata lavorativa. E questo accade tutte le notti: in piedi per ore è la prassi, le torture un hobby dei tedeschi e le uccisioni il loro scopo. L’apatia in questi casi è la soluzione migliore. Se ignori qualcosa è come se non esistesse, come hanno fatto tutti quelli stupidi con noi. Poi il vetro dietro cui ti nascondevi si rompe e ti arrivano le schegge. In una delle poche stanze senza legno, c’è solo cemento e tanto vapore bollente. E la odio. Se avevo conservato un microbo di dignità, lì dentro mi è stata tolta. Ed è letteralmente una doccia fredda. A casa mia mi chiudevo in bagno per un tempo indefinito nella mia bolla personale. Odio quella stanza perchè non è mia ma loro, non c’è sapone ma acido,non sono IO ma decine di io. Gli stupidi erano spariti e anche Gerron Kurt quando ho deciso che quella doccia fredda non era nulla in confronto a ciò che mi aspettava a 500 km di distanza. Era tutto uguale, apparentemente. Ma la paura mi fa diventare paranoica, non c’erano finestre, nulla. Eravamo in centinaia nudi come vermi. Avevo le lacrime per la prima volta dopo l’arrivo dei soldati a casa. C’era un odore strano, opprimente e soffocante. Quando sono uscite fuori le bombolette, timore e tremore si sono mischiati al gas.

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